Mille sono le figure che hanno plasmato la storia dell&rsquo;Impero Romano, la pi&ugrave; grande potenza del mondo antico. Ma non tutte sono state portate dalla narrazione storica con una evidenza adeguata al loro fascino. Tra esse si pu&ograve; senza dubbio annoverare Eudocia, donna colta, sensibile e indipendente, figlia dell&rsquo;imperatore Valentiniano iii e dell&rsquo;augusta Licinia Eudossia.<br />Nel tempo turbolento in cui la gloria di Roma conosceva il proprio declino sotto i colpi delle popolazioni barbariche, Eudocia, che riuniva in s&eacute; le discendenze dinastiche sia dell&rsquo;impero d&rsquo;Oriente che dell&rsquo;impero d&rsquo;Occidente, incarn&ograve; un alto valore di dignit&agrave; e di ingegno. Quando l&rsquo;esercizio del potere era prerogativa strettamente maschile, ella rest&ograve; salda nella propria femminile raffinatezza di sentimento e mai abdic&ograve; alla propria libert&agrave; di spirito.<br />Se infatti la nobilt&agrave; del suo sangue, per lei pi&ugrave; una maledizione che una grazia, la espose alle mire di uomini insensibili e assetati di potere, seppe sempre dimostrarsi un esempio di integrit&agrave; e di fedelt&agrave; alle proprie convinzioni. I conquistatori poterono arrivare al trono di Augusto, ma non a quello del suo cuore.<br />Mescolando narrazione storica e suggestione letteraria, Clemente La Marca ripercorre gli anni che portarono alla caduta dell&rsquo;Impero Romano d&rsquo;Occidente attraverso i ritratti dei personaggi che intorno a Eudocia ruotarono. Ma la vicenda dell&rsquo;imperatrice &egrave; anche lo spunto brillante per una pi&ugrave; ampia e profonda riflessione sulle radici del potere e sulle conseguenze contemporanee di un suo improprio uso.