Quando lo storico (o il geografo, l&#39;etnografo, il sociologo) cita una fiaba come significativa d&#39;un&#39;epoca o di una situazione ambientale o sociale, il folclorista pu&ograve; subito dimostrare che lo stesso schema narrativo si ritrova pressoch&eacute; identico in un paese lontanissimo e in una situazione storico-sociale assolutamente diversa [...]<br />Ridurre la fiaba al suo scheletro invariante contribuisce a mettere in evidenza quante variabili geografiche e storiche formano il rivestimento di questo scheletro; e lo stabilire in modo rigoroso la funzione narrativa, il posto che vengono a prendere in questo schema le situazioni specifiche del vissuto sociale, gli oggetti dell&#39;esperienza empirica, utensili d&#39;una determinata cultura, piante o animali d&#39;una determinata flora o fauna, pu&ograve; fornirci qualche notizia, che altrimennti ci sfuggirebbe, sul valore che quella determinata societ&agrave; attribuisce loro.<br />Da questa intuizione di Italo Calvino l&#39;autore trae spunto per proporre un metodo di lettura e di analisi della fiaba che, partendo come in un&#39;indagine poliziesca da tracce ed indizi a prima vista insignificanti, arriva a definire le caratteristiche ambientali e sociali dei luoghi e dei tempi in cui essa &egrave; raccontata.