L&rsquo;opera di Dario Tatangelo &egrave; innovativa sia nella forma che nel contenuto. Spesso si critica la poesia perch&eacute; distante dalla concretezza del reale, dai rapporti di produzione e dal mondo del lavoro. In <i>Testa di serpente</i>, invece, &egrave; proprio questo il perno intorno a cui gira, si avvita e si costruisce un linguaggio ibrido e dirompente, fatto di sillabe e linguaggio Java. In questo modo, Dario Tatangelo getta le basi di un canone poetico partendo da una visione del mondo che ha sedimentato, dentro di s&eacute;, nel corso del suo percorso lavorativo. E tutto questo, &egrave; solo l&rsquo;inizio.<br /><br />&ldquo;A Dario niente del mondo fa resistenza. Lui &egrave; un illuminista oltre ogni possibilit&agrave; dell&rsquo;illuminismo storico. In ogni cosa cerca la luce pur vedendo ombre nerastre a far corrusco l&rsquo;orizzonte.<br />Dario lo vedi che mette nei suoi versi sentimenti lavori stupori alchimie elettroniche rebus contemporanei&hellip; Li correda di note esplicative a segnalare rabbie e candori. Sotto la metrica delle sillabe vuole che scorra un&rsquo;altra metrica spesso a me ignota. Ma io lo seguo con la curiosit&agrave; di chi vuol capire.<br />Adesso &egrave; lui che parla ed io che ascolto.&rdquo;<br /><i>Silvio Perrella</i>