La vita individuale &egrave; un piccolo arco di una vastissima circonferenza.<br />Inizia e termina con una non scelta: per caso. La circonferenza<br />non &egrave; qualcosa di pi&ugrave; dei suoi archi. Non li trascende: &egrave; solo la<br />somma di tutti. E non &egrave; interamente tracciata: &egrave; sempre aperta,<br />deve sempre concludersi. L&rsquo;infinit&agrave; del possibile &egrave; anche l&rsquo;incertezza<br />assoluta, il rischio senza limiti. Scegliere &egrave; sempre rischiare. Ma pur<br />nella sua infinit&agrave;, la libert&agrave; di scelta incontra un limite insuperabile.<br />Si pu&ograve; scegliere in molti modi, in infiniti modi ma non si pu&ograve; non<br />scegliere. Finch&eacute; si vive, ogni istante &egrave; un passo verso l&rsquo;ignoto. E<br />qualunque sia la scelta compiuta si pu&ograve; sempre fallire. Quando poi<br />non si fallisce pu&ograve; assalirci un sentimento sgradevole: &egrave; la vergogna<br />verso gli altri che non sono riusciti, il dubbio sul proprio diritto<br />a conseguire il successo. Quel sentimento che nella Prefazione di<br />Zarathustra, Nietzsche esprime con un interrogativo: son forse un<br />baro? &Egrave; l&rsquo;idea di gioco che intende sottolineare. La scelta rischiosa,<br />quella che pu&ograve; fallire o farci sentire vergogna, appartiene a un<br />gioco d&rsquo;azzardo in cui domina il caso. E Nietzsche specifica bene<br />di che gioco si tratti: quello dei dadi. In un gioco retto dal caso,<br />bisogna vergognarsi quando si vince: non siamo noi a vincere, non<br />&egrave; la nostra volont&agrave; a guidare i dadi. Ma allora il dubbio il sospetto &egrave;<br />che il caso non sia pienamente libert&agrave;. Il caso &egrave; nobile perch&eacute; libera<br />dalla tirannia degli scopi, ma anche quella del caso forse &egrave; una<br />tirannia? Sul cerchio della vita si riproduce sempre un problema<br />antico: nell&rsquo;oceano delle possibilit&agrave;, l&rsquo;uomo pu&ograve; davvero trovare<br />una sua rotta? &Egrave; davvero libero di essere un destino? In che modo<br />l&rsquo;infinit&agrave; del possibile si concilia con la libert&agrave;?