Dmitrij Bystrol&euml;tov (1901 &ndash; 1975) &egrave; stato una spia sovietica, ma anche medico, giurista, artista, poliglotta, oltre che eccellente scrittore. Richiamato in patria nel 1938, fu vittima delle &ldquo;purghe&rdquo; staliniane, sottoposto a interrogatori e torture e condannato a 20 anni di prigionia nei gulag. Rilasciato nel 1954, continu&ograve; a scrivere le sue memorie, gi&agrave; iniziate durante gli anni della prigionia, sotto forma di una corposa trilogia dal titolo <i>Il banchetto degli immortali</i>, disponendo che la prima edizione di quest&rsquo;opera dovesse essere pubblicata in Russia, cosa che fu impossibile per quasi 40 anni. Nel 1993 il nipote Sergej Mila&scaron;ov pubblic&ograve; una raccolta di brani scelti e soltanto nel 2012 l&rsquo;intera opera. Per la prima volta al di fuori dei territori dell&rsquo;ex Unione Sovietica, Tripla E ha pubblicato i primi due volumi, <i>Ipoteca sull&rsquo;immortalit&agrave;</i> e <i>Quattro metamorfosi</i>, a cui fa ora seguito il terzo volume, <i>Il p&egrave;lago</i>, tutti con traduzione e note di Alberto Zisa, pubblicazioni che ci permettono di capire meglio che cosa siano stati i gulag siberiani e la situazione dell&rsquo;Unione Sovietica nel periodo staliniano attraverso lo sguardo di Bystrol&euml;tov, rimasto sempre, nonostante tutte le sofferenze, un sovietico convinto.