Domenico Ciampoli, nato ad Atessa il 23 Agosto 1852, &egrave; stato uno scrittore, bibliotecario, docente universitario, nonch&eacute; uno slavista di fama internazionale, traduttore di autori come Tolstoj, Gogol&rsquo;, Pu&scaron;kin, Lermontov e Turgenev. La sua attivit&agrave; di scrittore ebbe inizio gi&agrave; negli anni &rsquo;70 del XIX&deg; secolo, con la pubblicazione di diverse raccolte di novelle popolari d&rsquo;impronta verista: <i>Bianca del Sangro</i> (1878), <i>Fiori di monte</i> (1878), <i>Fiabe abruzzesi</i> (1880), <i>Racconti abruzzesi</i> (1880), <i>Trecce nere</i> (1882), <i>Cicuta</i> (1884), <i>Fra le selve</i> (1891), alle quali seguirono, dal 1884 al 1897, cinque romanzi influenzati dallo stile di Gabriele D&rsquo;Annunzio: <i>Diana</i>, <i>Roccamarina</i>, <i>Il Pinturicchio</i>, <i>L&rsquo;invisibile</i> e <i>Il Barone di S. Giorgio</i>. In questo periodo collabor&ograve; anche con studiosi e folkloristi abruzzesi di tradizioni regionali, come Gennaro Finamore, Antonio De Nino e Giovanni Pansa.<br />Particolarmente celebri divennero le sue raccolte di favole, direttamente raccolte dalla bocca di popolani e contadine. Molte di queste favole popolari provengono da antichissime leggende abruzzesi che affondano nella notte dei tempi, tramandate oralmente di generazione in generazione.