Dick Velafa &egrave; un uomo valoroso, difensore dei valori fondanti della nostra societ&agrave;: uguaglianza, giustizia, legalit&agrave;, lealt&agrave; e libert&agrave;. &Egrave; anche un maestro di kung fu in un&rsquo;epoca in cui le arti marziali non erano certo diffuse dalle nostre parti. E nemmeno l&rsquo;intelligenza e l&rsquo;ingegno fanno difetto al nostro eroe.<br />Dick, in un mondo ancora tutto al maschile, insegna alle sue nipotine, Claudia e Maria, il kung fu e l&rsquo;arte di difendersi, mai di attaccare. E si uniranno anche altre donne che fanno parte dell&rsquo;entourage della famiglia Velafa. Quotidianamente questo anomalo gruppo di donne si ritrova e impara molto bene a combattere. Ma indubbiamente le pi&ugrave; brave sono Claudia e Maria, il cui coraggio e intraprendenza saranno fondamentali e risolutivi in pi&ugrave; occasioni, anche in questioni di vita o morte.&nbsp; Intorno a Dick, Claudia e Maria una famiglia e una comunit&agrave; variegata di personaggi che completano un racconto di cappa e spada, in cui si lotta per la vita e per i valori senza i quali perdiamo la nostra umanit&agrave;.<br /><br /><b>Donato Favale</b> &egrave; nato a Latronico (Pz) il 29 Novembre 1961. Primo di quattro figli, si &egrave; diplomato perito industriale meccanico nel 1981. Nel 1989 si trasferisce a Sassuolo ( Mo) dove attualmente vive e lavora in una grande azienda del settore ceramico. &Egrave; un latronichese DOC, infatti pur vivendo da ormai 33 anni a Sassuolo, rifugge l&rsquo;espressione &ldquo;originario di&rdquo;.&nbsp; Torna spesso e con piacere a Latronico dove peraltro vivono i suoi affetti pi&ugrave; cari. Dal 1997 pratica il WU SHU tradizionale (Kung fu) del quale dal 2017 &egrave; diventato maestro cintura nera di quarto duan. Dal 2016 con le sue nipotine si diverte a scrivere storie natalizie che son finite poi nel dimenticatoio. Nel 2019 hanno cominciato quella che sarebbe dovuta finire in modo analogo, ma che poi invece, complice il Lockdown, &egrave; diventata: Claudia e Maria, la caduta di Ailati e la fuga da Ocinortal.<br />&nbsp;