L&#39;opera copre la storia dell&#39;Impero romano&nbsp;da Traiano, dal 98 al 1453, concludendosi nel 1590. Egli prese come materiale per il suo lavoro i comportamenti e le decisioni che portarono prima alla lunga decadenza e poi alla caduta dell&#39;Impero romano:&nbsp;Impero bizantino&nbsp;e&nbsp;Impero romano d&#39;occidente, esponendo una spiegazione circa i motivi della sua caduta. Il suo pessimismo ed il distaccato uso dell&#39;ironia &egrave; comune al genere storico di questo periodo.<br />Nonostante abbia scritto anche altre opere, Gibbon dedic&ograve; gran parte della sua vita (1772-1789) a questo suo lavoro. La sua autobiografia&nbsp;<i>Memoirs of My Life and Writings</i>&nbsp;&egrave; dedicata per gran parte alle sue riflessioni su come il libro sia virtualmente divenuto la sua stessa vita. Egli paragon&ograve; la pubblicazione di ogni volume alla nascita di un nuovo figlio.[1]<br />Gibbon lavorava in questo modo: &laquo;modellare di getto un intero paragrafo, ripeterlo a alta voce, depositarlo nella memoria, ma sospendere l&#39;azione della penna fin tanto che non avessi dato l&#39;ultima rifinitura al lavoro&raquo;. Gibbon stesso not&ograve; una certa differenza di stile tra i vari volumi che compongono la sua opera: il primo volume era secondo lui &laquo;un po&#39; aspro e elaborato&raquo;, il secondo e il terzo &laquo;maturati in naturalezza e precisione&raquo;, mentre negli ultimi tre, composti per lo pi&ugrave; in Svizzera (a Losanna), temeva che &laquo;l&#39;uso costante di parlare in una lingua e scrivere in un&#39;altra abbia infuso una certa mescolanza di gallici idiomi.&raquo;