&quot;<i>Questo libro contiene tutto di mia madre, o almeno dovrebbe, dato che io sono suo figlio. Il romanzo &egrave; la vita proiettata in forma scritta, e io amo il romanzo. Mia madre era innamorata del dolore e della pena, come tutti i santi prima di lei. Ricordo la sua sofferenza, e questo ricordo &egrave; una spada, una spada rovente che mi brucia la mente. Ricordo che era meravigliosa e questa meraviglia resta con me.</i>&quot;<br /><br />Tratto da &quot;Il primo dio&quot;.<br /><br /><b>Il primo dio</b> &egrave; l&#39;autobiografia postuma di <b>Emanuel Carnevali,</b> poeta dimenticato, nato nel 1897 a Firenze e fuggito a 16 anni in America, da un padre dal &quot;cuore nero&quot;, come egli stesso dir&agrave; nelle sue memorie. Colpito da una malattia nervosa, l&#39;encefalite letargica, nel 1922 ritorn&ograve; in Italia dove mor&igrave; l&#39;11 gennaio 1942 nella Clinica Neurologica di Bologna.