Una silloge di esordio sorprendente per la purezza di dettato e costruzione poetica.<br />Esiste un luogo dentro al nostro cuore da cui le parole sgorgano come timidi ruscelli e lentamente si fanno spazio fino a ricomporsi in versi: ponte tra diverse solitudini. &Egrave; il nostro mondo interiore che reclama di essere ascoltato, di disancorarsi dalla meschinit&agrave;, dalle piccole miserie dell&rsquo;animo umano e innalzarsi verso Dio. Aspira a toccare un animo nobile che lo sappia consolare e lo renda luminoso di virt&ugrave;. Rimane sospeso a nutrirsi d&rsquo;amore. E osserva quanto intorno a lui si muove e vive. Ecco allora le stelle, avvinghiati al nostro dolore, bramiamo un barlume di gioia per cui brillare e osare speranza. Ecco i girasoli, alla ricerca della felicit&agrave; e del calore del sole. Ecco le foglie, tanto verdi e rigogliose d&rsquo;estate, accese di rosso fuoco in autunno, cadono d&rsquo;inverno ai piedi dell&rsquo;albero, riparandone le radici dal gelo: come le nostre rinunce che conservano intatta la vera essenza. Siamo farfalle dalle ali tenere e fragili, che guardano al mondo con occhi puri. Timide prima e poi d&rsquo;un tratto coraggiose, sfioriamo le acque placide del fiume: la vita. I nostri ricordi, le nostre esperienze che ci hanno fatto ci&ograve; che siamo oggi.<br />Una sinfonia di emozioni liberamente catturata tra i lemmi di uno spartito d&rsquo;amore.