<br />Dopo l&#39;8 maggio 1945 e la capitolazione della Germania, anche la 3. SSPanzer Division Totenkopf, ormai priva di mezzi, di armi e con gli effettivi ridotti a soli 6000 uomini, ricevette l&#39;ordine di deporre le armi e si arrese: si consegn&ograve; agli Americani, che avevano assicurato ai comandanti tedeschi che le truppe sarebbero state trattenute quali prigionieri di guerra.<br />Fu una delle pi&ugrave; colossali menzogne degli Statunitensi: dopo aver tenuto i soldati prigionieri in un campo provvisorio, senza cibo n&egrave; acqua, li consegnarono tutti ai Sovietici, consapevoli di mandarli a morte, ma del tutto indifferenti alla loro sorte.<br />Inizi&ograve; cos&igrave;, per quei valorosi, una odissea di sofferenza, che li decim&ograve; lentamente, uno dopo l&#39;altro, prima di far approdare i superstiti, meno della met&agrave;, ai campi di prigionia in Russia, e dai quali fece ritorno solo uno sparuto gruppo, pi&ugrave; di dieci anni dopo.<br />Questo &egrave; il racconto di alcuni di loro: di Fabian, che qualche peccatuccio, sulla coscienza, ce l&#39;aveva, ma che certamente lo scont&ograve; ben al di l&agrave; delle sue colpe. Di Ulrich, che tenter&agrave; la fuga, per ricongiungersi con la donna amata e col loro bambino. E di altri, ai quali non &egrave; mai stata concessa voce per farsi ascoltare, ma che sicuramente meritano il rispetto dovuto a chi, anche dopo la fine della guerra, ha continuato a soffrire e a morire, colpevole solo di aver combattuto per la propria patria e per i propri ideali fino all&#39;ultimo, e oltre ...<br /><br />&nbsp;