La prima opera mistica e iniziatica del ventenne <b>Enrico Cardile </b>con una prefazione di <b>Tommaso Cannizzaro</b>.&nbsp;<br /><br />Non conosco altrimenti l&#39;autore di questi versi che attraverso i medesimi i quali da mano amica mi vengono resi visibili perch&egrave; io li presenti al pubblico.<br />Per quanto io stimi superflue siffatte presentazioni anche quando procedono da persone pi&ugrave; autorevoli che io non sia, non ho saputo rifiutarmi al cortese invito che mi onorava di tanta fiducia, senza tema di peccare d&#39;irriconoscenza. Li ho dunque letti con quell&#39;amore e interesse che mi destano sempre vivissimo le produzioni dei giovani, perch&egrave; giovane mi fu detto esserne l&#39;autore, circostanza che a dir vero pi&ugrave; dal contenuto che dall&#39;arte dei suoi versi si rileva. Infatti il poeta, (possiamo adoperare questo nome senza timore di profanarlo), non tentenna scrivendo, non ha incertezze di stile, n&egrave; povert&agrave; di voci, di suoni e di forme, che anzi, se qualche appunto gli si pu&ograve; fare, sar&agrave; soltanto di qualche neologismo non necessario o di qualche dittongo forzatamente contratto, bench&egrave; anche in questo egli sia ben lontano da quegli abusi in cui cascano sovente, in traccia di studiata eleganza, anche i migliori ingegni della giovane generazione.<br />Giunto alla parte sostanziale di questi versi, a quello che vorremmo chiamare la loro anima, essa &egrave; generalmente pi&ugrave; subbjettiva che obbjettiva, pi&ugrave; d&#39;intuizioni che di osservazioni, pi&ugrave; di sentimenti che d&#39;idee; motivi rapidi e brevi, visioni fuggevoli, colte a volo e fissate dalla mano del poeta, tali quali gli si affacciano in tutta la loro indeterminatezza e i loro contorni vaghi e indefiniti che spesso li rendono nebulosi ed oscuri ma che perci&ograve; stesso, accrescono quel velame di cui l&#39;autore si &egrave; piaciuto circondarli sotto un titolo biblico che suonerebbe Rivelazione, ma che si risolve in Mistero.<br />Per&ograve; qual sia quella rivelazione o che nasconda questo mistero non ben s&#39;indovina, poich&egrave; non vi s&#39;intravvede alcuna idea o sentimento dominante che penetri e informi tutto il volume e che ne giustifichi il titolo. Malgrado ci&ograve; il libro &egrave; pieno, da capo a fondo, di versi belli per suono e per immagini ed anche, a quando a quando, di sentimenti, certo non nuovi, ma generosi e nobili che rivelano un poeta sincero, dell&#39;antico stampo dei r&ecirc;veurs oramai quasi perduto.<br />&Egrave; l&#39;opera di un giovane ma in pari tempo di un Iniziato, velato ancora d&#39;ombre e di mistero, come i piccoli astri in formazione delle nebulose. Ma a quel modo che da queste usciranno un giorno i soli futuri per popolare firmamenti nuovi, cos&igrave; &egrave; da simili saggi che balzano fuori i poeti. Ed io saluto l&#39;apparizione di questo libro come una bell&#39;alba promettitrice di un giorno ancora pi&ugrave; bello.<br />16 nov. 1903<br /><b>Tommaso Cannizzaro</b><br /><br /><br /><b>Enrico Cardile</b>, noto anche con lo pseudonimo di Eli Drac (Messina, 19 marzo 1883 &ndash; Siracusa, 13 marzo 1951), &egrave; stato uno scrittore, poeta e giornalista italiano.