<b>Una scrittura simbolica nelle metafore di un grande autore (purtroppo) poco conosciuto</b> I vari personaggi descritti da Morovich, appartenenti a quel piccolo ma composito mondo di confine cui l&rsquo;autore fiumano rimarr&agrave; sempre visceralmente legato, incarnano &ndash; da un punto di vista del tutto comune e quotidiano &ndash; debolezze e virt&ugrave; dell&rsquo;uomo di ogni tempo, in grado di stupire nel gioco dei contrasti che da sempre ne condizionano gli atti e i pensieri. Nessuno escluso, nemmeno l&rsquo;autore. <b>L&#39;AUTORE</b>: Enrico Morovich &egrave; stato un autore che ha contribuito al consolidarsi del racconto come genere letterario del panorama italiano. Nato nel 1906 a Fiume, vive in Italia e si stabilisce vicino a Genova. Nonostante una robusta produzione narrativa, il clima di impegno politico del secondo dopoguerra lo condann&ograve; a un lungo oblio, interrotto solo da un intervento di Leonardo Sciascia su &laquo;Tuttolibri&raquo; a met&agrave; degli anni Ottanta. Al periodo degli esordi, variamente orientato in direzione del racconto interiore, del misterioso, della &laquo;regionalit&agrave;&raquo; di un mondo popolare connotato nei suoi tratti caratterizzanti, risalgono i titoli che comporranno il libro L&rsquo;osteria sul torrente, una raccolta di racconti pubblicato nel 1936, e qui pubblicati per la prima volta in versione digitale. La prima produzione editoriale gli garantirono una certa notoriet&agrave; come &lsquo;favolista nato&rsquo;: lui che diplomatosi ragioniere trov&ograve; presto lavoro in qualit&agrave; di impiegato presso la sede fiumana della Banca d&rsquo;Italia e poi ai Magazzini Generali della citt&agrave;. La scrittura &egrave; essenzialmente simbolica e va analizzata su un triplice piano di lettura: autobiografico, storico e metaforico. E la sua avventura letteraria va intesa come la metafora di un&rsquo;epoca, ed Enrico Morovich &egrave; un personaggio che si fa interprete, narrando se stesso, del suo tempo.