Venezia. Un&rsquo;uggiosa giornata di novembre.<br />Una giovane donna &egrave; in fuga dai demoni del suo passato e dal ricordo di una madre che non le &egrave; mai stata mamma, che quando ne avrebbe avuto pi&ugrave; bisogno prefer&igrave; voltarsi dall&rsquo;altra parte. Il dolore s&igrave; &egrave; sviscerato in profonda sofferenza, in un aberrante senso di inadeguatezza e alienazione alla vita. La decisone estrema pare ormai maturata, il mare suo amante e amico la accoglier&agrave; per traghettarla nella pace e nel silenzio. Il destino beffardo, ancora una volta, per&ograve;, decide per lei che oggi non ha pi&ugrave; le treccine e non sta correndo nel vento per cogliere fiori da regalare alla mamma, oggi vorrebbe incamminarsi nell&rsquo;unica direzione che il suo cuore riesce a sopportare. Un incontro imprevisto, un violinista e un gesto gentile da parte di questo sconosciuto che sa sorridere come nessuno.<br />Sar&agrave; l&rsquo;amore a risanare le ferite, la musica a darle una seconda possibilit&agrave; o forse il tempo che demone-angelo sfumer&agrave; ci&ograve; a cui occorre voltare le spalle per sempre?<br />Erica Caser tratteggia un racconto breve usando le parole come note su un pentagramma e dipana temi forti con spietata lievit&agrave; stilistica.