Il primo libro del Corpus hermeticum, Il Pimandro, si apre con la visione di Ermete. Una visione che porta Ermete ad incontrare Dio. Un Dio che si manifesta indefinito, immenso, incommensurabile quale del resto deve essere. Dio &egrave; per definizione inconoscibile, inqualificabile ma, comunque, onnipresente e visibile.&nbsp; Dio-Creatore e Padre deve necessariamente rivelarsi alla Sua creatura preferita, deve far sentire la presenza del padre affinch&eacute; l&rsquo;uomo non si senta solo e abbandonato.<br />Questa rivelazione &egrave; necessaria per far comprendere all&rsquo;uomo che la sua vita, la sua esistenza, non sono limitate al mondo materiale e tangibile, fargli capire che la sua vita va molto al di l&agrave; della quotidianit&agrave; e di ci&ograve; che &egrave; percepibile con i sensi. Dio, rivelandosi, vuole far comprendere all&rsquo;uomo che &egrave; parte di qualcosa di pi&ugrave; grande, indefinito, immenso: Dio.<br />La rivelazione trasforma i prescelti in strumenti di Dio e la loro opera servir&agrave;, per coloro che sanno ascoltarli, alla realizzazione del disegno di Dio. Questo &egrave; il cammino intrapreso, tra gli altri, da Ermete. E la descrizione presente nel Pimandro consente di avere una visione pi&ugrave; chiara del disegno divino.<br /><br />&nbsp;