Nelle poesie di Esmeralda Chesi c&#39;&egrave; una ricerca della parola poetica che cammina di pari passo con quella esistenziale.<br />All&#39;inizio del suo viaggio i versi sono come brevi rasoiate, un coagulo di silenzi, emozioni dolorose che non hanno ancora trovato sbocco. E&#39;lo stato d&#39;animo che contraddistingue la prima sezione, nominata Prima/Tempo, una fase di silenzio e di immobilit&agrave;, in cui le parole faticano a sgorgare, tutto sembra avvolto da una nebbia che impedisce di spingersi oltre, con lo sguardo e col pensiero.<br />A poco a poco si schiude la consapevolezza e con il passo leggero di un&#39;acrobata su un filo sottile di ragnatela, l&#39;autrice percorre il cammino verso la trasformazione. E&#39;la parte che la poeta chiama Me stessa/Tempo&Acirc; , quella in cui le tenebre iniziano a rischiararsi, si prende coscienza del presente, le parole iniziano a prendere forma.<br />Nella terza sezione, intitolata &Atilde;&cent;&acirc;&sbquo;&not;&Aring;&ldquo;Crono/Narciso&Atilde;&cent;&acirc;&sbquo;&not;&Acirc; , si percepisce l&#39;amarezza di illusioni che crollano, ma al contempo il verso si fa pi&ugrave; deciso e tagliente. E&#39;la Voce poetica che ha ormai acquisito una sua identit&agrave;, non vuole pi&ugrave; essere solo &Atilde;&cent;&acirc;&sbquo;&not;&Aring;&ldquo;Eco&Atilde;&cent;&acirc;&sbquo;&not;&Acirc; e prorompe con tutta la sua forza.<br />E&#39;cos&igrave; che si giunge alla tappa conclusiva del viaggio poetico: &Atilde;&cent;&acirc;&sbquo;&not;&Aring;&ldquo;Sorgente/Femminino&Atilde;&cent;&acirc;&sbquo;&not;&Acirc; . Fuggire dallo stagno per ritrovare l&#39;origine della sorgente, cio&egrave; il ventre della terra, significa ricongiungersi con la parte pi&ugrave; profonda del Femminile, vedersi finalmente per ci&ograve; che si &egrave; e non come un riflesso fallace, sentirsi donna e insieme bambina, abbandonarsi all&#39;amore per la vita.<br />&nbsp;