<br />Il Regolamento (UE) 2016/679, meglio conosciuto come GDPR, costituisce un passo essenziale per rafforzare i diritti fondamentali dei singoli nell&rsquo;era dell&rsquo;innovazione, semplificando le regole per le imprese e aumentando le tutele per i cittadini nel mercato unico digitale. Tale corpus normativo, per&ograve;, gi&agrave; mostra le prime insofferenze dinanzi alle sfide tecnologiche degli ultimi anni: intelligenza artificiale, algoritmi,&nbsp;<i>bioprivacy</i>, sistemi di riconoscimento facciale, fake news e tecnologie altamente pervasive come quelle dei&nbsp;<i>deepfake</i>&nbsp;e&nbsp;<i>deepnude</i>. Tale nuovo scenario, in rapidissima evoluzione, gi&agrave; sembra far apparire desuete le regole a tutela della protezione dei dati solo da qualche anno in vigore. In tale ambito, va riconosciuto come l&rsquo;ordinamento dell&rsquo;Unione europea rimanga uno dei pi&ugrave; avanzati nella definizione di un contesto normativo di tutela della privacy e nel bilanciamento dei diritti riconosciuti all&rsquo;individuo con quelli derivanti dal perseguimento di interessi di carattere generale. Nonostante ci&ograve;, specie sul web, i dati degli utenti non sembrano trovare adeguata protezione, esposti alla merc&eacute; della Rete, luogo privo di regole. Il testo analizza le caratteristiche essenziali del Regolamento privacy, passando in rassegna i principali istituti, i protagonisti e gli strumenti giuridici di data governance, per poi concentrarsi sulle criticit&agrave; e la (scarsa) regolamentazione della data drive economy, provando a fornire qualche spunto di riflessione sui nodi ancora irrisolti e da sciogliere urgentemente per generare quel clima di fiducia necessario per lo sviluppo dell&rsquo;umanesimo digitale tanto invocato.