Questa &egrave; la vicenda della Fiat, da Valletta a Marchionne. Una storia narrata mentre ancora si sente l&rsquo;eco dei passi dei Quarantamila che in realt&agrave; quarantamila davvero non furono mai. E questi fatti, Fabio Sebastiani riascolta per capire oggi e domani cosa accadr&agrave; in una multinazionale che dell&rsquo;Italia non avr&agrave; che un pallido ricordo, e che sopravviver&agrave; sbriciolando i diritti di operaie e operai. Con &ldquo;Officina Italia&rdquo;, Sebastiani fa informazione e controinformazione necessarie. In controluce le intenzioni dell&rsquo;ad Marchionne: l&rsquo;uomo della finanza che la famiglia Agnelli, oberata dai debiti, vuole al posto giusto al momento giusto. Contro quel che resta della classe operaia, contro i diritti degli operai e a rimpinguare di interessi le casse delle banche americane ed europee. Fra cronaca sindacale, passaggi economici e presa diretta da chi in fabbrica ha lavorato. Uno di quei racconti che spiegano la realt&agrave;.<br />&ldquo;Nello schema Fiat, il tema della fatica &egrave; direttamente legato al salario. Da una parte l&rsquo;uscita dal contratto nazionale dei metalmeccanici e, dall&rsquo;altra, il legame con i parametri aziendali rendono la busta paga un&rsquo;entit&agrave; molto astratta, sicuramente fuori da quel quadro dei diritti per la cui difesa la Fiom-Cgil si sta battendo da anni. Il rischio &egrave; quello di ricadere, in sostanza, in uno schema in cui il costo del lavoro si consolida sempre pi&ugrave; come una variabile dipendente direttamente dalla volont&agrave; dell&rsquo;imprenditore&rdquo;.<br />Dalla prefazione di Maurizio Landini, segretario generale Fiom-Cgil.