Il viaggio mi affascina, lo considero una parte della mia professione, ma anche una forma di esercizio della fantasia, una pratica taumaturgica e medicamentosa. In un senso piu&#39; ampio e condiviso, il viaggio ci libera dai legami stretti del tempo finito in cui ci troviamo a vivere, proiettandoci indietro o incredibilmente avanti, consentendoci - tra passato e futuro - di giocare con l&#39;immaginazione.<br /><br />Cosi&#39;, raccontando un&#39;esperienza di viaggio, si possono mettere in scena: Guglielmo Embriaco alla presa di Cesarea, durante la prima crociata; Andrea di Nascio alla corte del Khan e, poi, al cospetto del Papa ad Avignone, nel XIV secolo; i banditi dell&#39;entroterra ligure a caccia di teste nella Liguria del XVI secolo. Cos&igrave; si puo&#39; ricostruire la quotidianita&#39; di Andreino, minatore e fonditore di metalli del XVII secolo, alla ricerca del rame nelle campagne della Liguria, o ripercorrere i viaggi di un emigrante ligure, alla ricerca dell&#39;oro, nella Merica della meta&#39; del XIX secolo.<br />Cosi&#39;, infine, si puo&#39; viaggiare nella memoria di famiglia, tra la Torino sabauda, il Wild West Show, Buenos Aires e un campo di prigionia della seconda guerra mondiale.<br /><br />Il libro raccoglie gli &#39;appunti di viaggio&#39; di un archeologo e una serie di racconti che si sviluppano nel tempo di oggi e nel tempo che e&#39; passato, in luoghi visti e in posti solo immaginati. Il volume &egrave; accompagnato da illustrazioni originali, da foto d&#39;epoca e da immagini, o meglio da sensazioni, catturate viaggiando e lavorando negli ultimi dieci anni in Israele, Turchia, Crimea, Mar Nero e Cina.<br />(Fabrizio Benente)