Cos&rsquo;&egrave; il <i>quid</i> che pi&ugrave; del resto d&agrave; sostanza letteraria e un&rsquo;aria &ldquo;di famiglia&rdquo; ai racconti di <i>Spiragli</i>? Un pizzico di Tabucchi? Una manciata di Saramago? Un briciolo di Biamonti? C&rsquo;&egrave; questo e molto altro nella sapiente miscela che anima il libro di C&agrave;lzia. Che descrive e racconta di microcosmi perduti in un vortice visionario, impregnato di <i>saudade</i>, onirico quanto basta per disorientare il lettore prima di portarlo all&rsquo;incontro, sorprendente, con i suoi caratteristici finali sempreaperti. Viaggiando di racconto in racconto, l&rsquo;impressione &egrave; quella di muoversi in cerchi che sembrano chiudersi per riaprirsi subito dopo - come una ferita - a un dolore curvilineo, che rincorre la trama dell&#39;infinito.<br /><br />Fabrizio C&agrave;lzia, editore, genoano, pap&agrave;, risulta fra i principali esperti di Fabrizio De Andr&eacute;; la sua graphic novel &ldquo;Uomo Faber&rdquo; torna in libreria a fine ottobre 2017. Socio della Fondazione de Andr&eacute;, ha curato nel 2001 di concerto con Dori Ghezzi la compilation inedita &ldquo;Mediterraneo&rdquo;.<br />Scrive troppo per lavoro e troppo poco per davvero.