&quot;Scene quasi vere,&quot; pubblicato nel 1887 come parte del ciclo &quot;Si muore&quot; di Giuseppe Farina, rappresenta uno dei punti salienti della sua carriera letteraria. L&#39;autore, pur appartenendo a un periodo in cui la letteratura d&#39;intrattenimento stava guadagnando popolarit&agrave;, non rinuncia all&#39;eleganza nella scrittura.<br /><br />Farina, fedele al suo credo morale, presenta &quot;scene quasi vere&quot; che mettono in luce l&#39;importanza della moralit&agrave; nella vita umana. Sebbene amico di scrittori come Giovanni Verga e Luigi Capuana, Farina si distingue come uno scrittore che offre modelli di comportamento anzich&eacute; personaggi reali. Queste scene non sono veritiere ma aspirano a trasmettere un messaggio morale.<br /><br />In un dialogo nella prefazione con l&#39;amico Giovanni Faldella, Farina spiega che il suo libro &egrave; qualcosa di pi&ugrave; di una novella o un racconto; &egrave; un tentativo di esplorare le pieghe meno visibili del cuore umano.<br /><br />La storia si svolge nell&#39;ambiente artistico di Milano e ruota attorno a un pittore anziano, suo figlio e una famiglia di pittori meno noti. Ogni personaggio affronta scelte cruciali nella vita, e la loro moralit&agrave; determina il loro destino. Mentre alcuni abbracciano l&#39;onest&agrave; e la generosit&agrave;, altri cedono alla leggerezza e agli interessi materiali.<br /><br />&quot;Scene quasi vere&quot; &egrave; un&#39;opera che sfida il lettore a esplorare le scelte esistenziali dei personaggi e il loro impatto sulla loro immagine e sul loro destino.