L&rsquo;umanit&agrave; ha affidato per millenni la propria sopravvivenza, sicurezza e protezione agli oracoli. &Egrave; stata poi la matematica a ereditare la capacit&agrave; di predire, affidandosi al &laquo;calcolo delle probabilit&agrave;&raquo;, ausilio universale al modello decisionale. Tutt&rsquo;oggi vengono determinate le sorti in ambito aziendale, sociale e organizzativo a partire da questa formula del calcolo del rischio elaborata nei secoli scorsi.<br />E questo &egrave; in grado di tutelarci? Ci sta davvero proteggendo da disastri ecologici, sanitari, aziendali, sociali? La storia ci sta dicendo che occorrono un&rsquo;altra visione e altri metodi.<br />La nuova scienza del rischio &egrave; un viaggio che parte dall&rsquo;&laquo;apocalisse&raquo;, cio&egrave; dall&rsquo;accettazione della fine, per raccontare la storia del nuovo paradigma della scuola di pensiero di KELONY&reg;. Un modello matematico post-probabilistico che rimette l&rsquo;uomo al centro del processo decisionale, affinch&eacute; possa agire nel migliore dei modi, anche nelle peggiori condizioni possibili. Per farlo, nobilita l&rsquo;immaginazione come scudo imprescindibile della difesa e della protezione, e introduce nuovi algoritmi e protocolli operativi testati in diversi Paesi europei a partire dalla gi&agrave; nota Cindynics, la Scienza del Rischio, disciplina francese comparsa alla fine degli anni Ottanta.<br />In definitiva, la diffusione di una nuova grammatica del rischio consente di effettuare previsioni talmente corrette da non verificarsi mai, contribuendo a costruire una societ&agrave; pi&ugrave; consapevole, in grado di pensare alla protezione dell&rsquo;essere umano al di l&agrave; di ogni logica di profitto, sia all&rsquo;interno dell&rsquo;ambiente civile, sia all&rsquo;interno delle aziende e delle organizzazioni.