<i>&laquo;Tutto &egrave; pieno di Dei&hellip; la materia &egrave; un tutto animato&raquo;</i>: questa affermazione filosofica racchiude molti significati e soprattutto rappresenta in modo estremamente efficace e sintetico il cuore del pensiero tradizionalista, oggi comunemente definito &ldquo;pagano&rdquo; &ndash; termine che per&ograve; andrebbe evitato il pi&ugrave; possibile, in quanto attribuito ai nostri Antenati dai monoteisti di allora, come fosse un marchio di infamia vivere nel&nbsp;<i>pagus</i>&nbsp;ossia a stretto contatto con la Natura e con il Genius Loci, le Ninfe e i cortei dei Satiri. Ebbene, l&rsquo;affermazione secondo cui tutto &egrave; colmo del Divino ha importanti implicazioni, che vanno tenute a mente per meglio comprendere lo spirito realmente ellenico (ma, al contempo, anche &ldquo;gnostico&rdquo; e &ldquo;dionisiaco&rdquo;) di questa tragedia teatrale di Francesca Bartellini Moech, divisa in due atti e dieci quadri, un&rsquo;opera che affonda le sue radici nel passato, ma che di fatto parla apertamente a tutta l&rsquo;umanit&agrave; contemporanea.