Una citt&agrave; affascinante ma difficile non poteva non avere donne &ldquo;singolarissime&rdquo;. E cos&igrave; in questa ricca e vivace carrellata di donne &ldquo;protagoniste&rdquo; troviamo, accanto a regine ufficiali e semi-ufficiali, poetesse, eroiche combattenti che nulla avevano da invidiare agli uomini, patriote, attrici, prostitute redente, amanti passionali addirittura fino all&rsquo;eccesso, ma anche streghe, sirene e diavolesse. Ma questa &egrave; solo una delle tante modalit&agrave; di lettura possibili di questa densa silloge di cose partenopee.&nbsp;<br />Possiamo, ad esempio, fare una rapida incursione nella cucina napoletana oppure curiosare tra le superstizioni tipiche del popolo campano, partendo dalla formula magica pronunciata dalle streghe beneventane. E per finire col tema delle streghe, Francesca ci descrive e ci mostra il quadro del pittore napoletano Salvator Rosa &ndash; La strega &ndash; del 1646.<br />L&rsquo;accenno al quadro delle streghe offre lo spunto per parlare anche di un&rsquo;altra possibile lettura trasversale di questo racconto corale di Francesca Santucci, quella relativa alle opere d&rsquo;arte, sempre presenti nei suoi scritti.<br />I suoi lavori sono pieni di riproduzioni d&rsquo;opere d&rsquo;arte, ovviamente corredate da puntuali notizie storiche ed esegetiche, e non mancano neppure i materiali iconografici a completamento delle diverse descrizioni di fatti e personaggi, a partire dall&rsquo;immagine di copertina del libro di Filippo Palizzi, Filomena, contadina che contempla in vetta a un ciglio (1864).<br />Queste sono solo alcune indicazioni su quello che il lettore potr&agrave; trovare nel libro, un libro non solo da leggere, ma da assaporare.<br />E per chi volesse approfondire gli argomenti trattati, ogni capitolo &egrave; corredato da un&rsquo;esauriente bibliografia.<br /><br />Pier Giorgio Cavallini<br />&nbsp;