&ldquo;Generazioni disattente,<br />Indifferenti al mistero della passione,<br />patetici come un plotone d&rsquo;esecuzione senza pallottole&rdquo;<br />(Dalla poesia La primavera mi sta sul cazzo)<br />Tentare di descrivere i sentimenti attraverso sferzate sorprendenti e repentine, che non ti aspetti. Guardare alla realt&agrave; contingente da un&#39;angolatura poco esplorata. Una narrazione che si presenta scarna, cinica e disadorna da prolissi panegirici letterari, senza per questo apparire loffia. Anzi proprio questa sua peculiarit&agrave; conferisce alla lirica una prorompente potenza affettiva, mettendo in luce la realt&agrave; percepita dal poeta. Una dimensione che diventa, attraverso le sue parole, palpabile, viva e che si arricchisce, verso dopo verso, di maggior laconica veridicit&agrave;. Il lettore rimane come travolto da un&rsquo;onda che rileva una caleidoscopica passione Francesco Arena nasce a Roma il 21 maggio del 1975 ed esercita la professione di infermiere presso una struttura romana. Proprio l&rsquo;attivit&agrave; che svolge, lo porta a sviluppare una gi&agrave; spiccata sensibilit&agrave; nei confronti della realt&agrave; circostante. Fin da piccolo, forte &egrave; la necessit&agrave; di scrivere la vita di tutti i giorni. L&rsquo;influenza delle opere di Bukowski, la musica metal e la cultura dei tatuaggi rendono la realt&agrave; che descrive cruda e appassionata.<br />Poesie, menzogne e ladri di polli &egrave; la sua opera prima.