&Egrave; l&rsquo;estate del 1943 quando Salvatore, Franco e Mario, giovani strappati alle loro vite e costretti a indossare le camicie nere, stanno presidiando la costa che da Siracusa porta nel Ragusano, con l&rsquo;ordine di respingere lo sbarco degli Alleati. Un&rsquo;idea balzana, addirittura folle, sfiora per&ograve; le ardite menti: scappare. Fuggire via, lontano dalle assurde pretese di un regime che non condividono, che ha trascinato il Paese in una guerra cruenta. &Egrave; cos&igrave; che ha inizio la &ldquo;nostra storia&rdquo;. S&igrave;, perch&eacute; in queste pagine non vi &egrave; solo la storia di Salvatore, Franco e Mario, la cui amicizia &egrave; resa indissolubile dal pericolo corso al costo della vita, ma vi &egrave; la storia di un Paese intero, che dalle macerie ha saputo risorgere e reinventarsi. Il racconto, corredato da fotografie d&rsquo;epoca, si consegna al lettore con questa duplice valenza: da un lato, voce viva di un trascorso vero e straordinario e, dall&rsquo;altro, ricordo personale e intimo di un autore che intende cos&igrave; celebrare le sue origini.<br /><br /><b>Francesco Arria </b>nasce il 15 ottobre 1948, in un&rsquo;Italia devastata dalla seconda guerra mondiale. Iscrittosi a Giurisprudenza all&rsquo;Universit&agrave; di Catania, sposato e padre di una bambina, non riesce a ultimare gli studi e inizia a lavorare come giornalista, dapprima in una redazione romana e poi alla Stampa di Torino.&nbsp; Nel 1998 ritorna in Sicilia per collaborare con il quotidiano &ldquo;La Sicilia&rdquo; e con l&rsquo;emittente televisiva &ldquo;Antenna Sicilia&rdquo;.<br />In pensione dal 2003, continua a collaborare con un settimanale locale fin quando non inizia a soffrire di importanti patologie.<br />Durante il periodo di confinamento del lockdown scrive queste sue memorie che oggi consegna al pubblico, in una inedita veste di narratore.<br />