Francesco Conti alterna dialettismi, neologismi e forme che richiamano una poesia aulica, a creare continui &ldquo;sfregamenti di suono&rdquo;, perch&eacute; la sua poesia, priva di linearit&agrave;, frastaglia la lettura evidenziando la natura eterogenea del tutto. &Egrave; una poesia, la sua, che sembra prendere vita dal dissidio interiore, e proprio questa radice la rende, a sua volta, l&rsquo;esempio perfetto di tutto questo. La raccolta &egrave; interamente pervasa da una latente (in)so?erenza, un malessere che ha origini primordiali, qualcosa che, in alcuni momenti, si trasforma in dolore vivo, in rigetto completo &ndash; sembrerebbe &ndash; dell&rsquo;esistenza stessa e del suo pensiero. &Egrave; per&ograve;, al contempo, un&rsquo;invocazione d&rsquo;aiuto silenziosa e disperata, perch&eacute; la poesia, spesso, &egrave; anche questo: le parole che non sappiamo dire, che non riusciamo a trovare, ma che trovano poi nei versi il modo di venire alla luce.<br /><br /><b>Francesco Conti</b> &egrave; nato a Catania nel 2003 e vive da sempre a Ramacca; ha studiato Informatica e Telecomunicazione al IIS Ramacca-Palagonia. Ora studia Programmazione all&rsquo;Universit&agrave; di Catania. Questa &egrave; la sua prima pubblicazione.<br />