Siamo costretti a nutrirci di ci&ograve; che &egrave; stato vivo. Che forma avr&agrave; il destino quando, tra poco, gli eventi economici e politici faranno deflagrare le necessit&agrave; sociali e la sensibilit&agrave; verso la vita,&nbsp;quando il rispetto e il bisogno universale di sopravvivere saranno patrimonio comune? Che cosa accadr&agrave; nel momento in cui ci accorgeremo che il nuovo cibo universale, quello che non uccide e nutre in modo perfetto, &egrave; a un solo passo dall&rsquo;universalit&agrave; superiore della vita? Franci Conforti tratteggia un mondo futuro, ma prossimo a realizzarsi, dove la paura del diverso e dell&rsquo;alieno assume nuove implicazioni bioetiche; lo fa con uno stile personalissimo e leggero, semplice ma mai banale, lasciando trasparire sentimenti profondi in attesa che si avveri la trascendenza che sotto la luce del sole tutto trasforma.<br /><br /><b>Franci Conforti</b>. Giornalista professionista con una laurea in Scienze biologiche, si &egrave; affacciata da poco nel panorama della scrittura d&rsquo;immaginazione.<br />Nel 2016 ha vinto il Premio Odissea con <b><i>Spettri e altre vittime di mia cugina Matilde</i></b> (Delos Digital) ed &egrave; stata tra i finalisti del Premio Urania con il romanzo <b><i>Stormachine</i></b>. Il Premio Kipple &egrave; il suo secondo importante premio nel campo del fantastico.