Una vita a struggersi per quel fine che è la vita; una vita a ricoprire un ruolo che nessuno di noi ha scelto; una vita a inseguire l’amore e la bellezza. Dove mai ci porterà questa ricerca?
Viviamo in un tempo, in un mondo, in cui siamo stati gettati dal caso: eccoci a recitare l’attimo di un’immensa rappresentazione, uno spettacolo su un palco che mai abbiamo deciso di solcare. Ride di noi chi è oltre il sipario? O ha compassione dei nostri ruoli? Perenne il dubbio: accettare le proprie trame o abbandonare questa simulazione? Prendi questi fiammiferi: illumina la tua strada, incendia il silenzio della platea, trascendi il teatro. Non voler aprire una cassaforte con la combinazione che solo in essa è custodita.
Prendi questi oggetti luciferi, così effimeri, così ineffabili, così umani: capirai. Potrà mai il personaggio di un romanzo disobbedire alla penna del suo scrittore? Non potrà? Lo vorrà? Lo scopriremo solo alla fine, alla fine dei nostri “Fiammiferi”, solo quando come fiammiferi arderemo per non stridere con la nostra velata essenza: per capire il ruolo svolto usciremo di scena, infiammando la nostra caduca parvenza e sciogliendo le nostre catene di cera.