<b>Don Albino Alves da Cunha e Silva</b>&nbsp;nacque il 22 settembre 1882 nella frazione di Code&ccedil;&ocirc;so, Municipio di Celorico de Basto, in&nbsp;<b>Portogallo</b>. Terminati gli studi ginnasiali entr&ograve; in seminario. Mons. Manoel Baptista da Cunha, arcivescovo di Braga, lo ordin&ograve; sacerdote il 23 giugno 1905.<br />Nel 1910 scoppiata la&nbsp;<b>rivoluzione in Portogallo</b>&nbsp;e proclamata la Repubblica, don Albino, insieme con tanti altri sacerdoti e laici impegnati, fu perseguitato duramente, quindi condannato alla prigione e alla deportazione in Africa. Prima che si mettesse in atto la sentenza, tuttavia, con il permesso dell&rsquo;arcivescovo,&nbsp;<b>part&igrave; per il Brasile</b>.<br />Mons. Jos&eacute; Marcondes lo accolse nella nuova diocesi di S&atilde;o Carlos do Pinhal, nominandolo parroco di Barra Bonita, quindi il 26 aprile 1918 di Catanduva.<br />A Catanduva don Albino dispieg&ograve; tutte le sue&nbsp;<b>capacit&agrave; imprenditoriali</b>&nbsp;raccogliendo fondi e lavorando per la&nbsp;<b>costruzione della chiesa e dell&rsquo;ospedale</b>. Il 19 ottobre 1926 fond&ograve; l&rsquo;Associazione di Beneficenza di Catanduva, che nel 1968 trasform&ograve; in Fondazione, per gestire la parte amministrativa. Costru&igrave; il Collegio di Nostra Signora del Calvario, un ospizio per gli anziani, il villaggio San Vincenzo, la casa del fanciullo &laquo;Sinharinha Netto&raquo;, l&rsquo;asilo Ortega-Giosu&eacute;, il ginnasio mons. Lafayette, un santuario dedicato a Nostra Signora Aparecida e, per i Padri Dottrinari, sostenne la costruzione del seminario. Si impegn&ograve; per avere a Catanduva la Facolt&agrave; di Medicina (1969), il Collegio commerciale (1971), la Facolt&agrave; di Economia e Commercio (1972) e la Facolt&agrave; di Scienze Motorie (1973).<br />Mor&igrave; il 19 settembre 1973, compianto da tutti come&nbsp;<b>&laquo;padre dei poveri&raquo;</b>&nbsp;e &laquo;vero fondatore&raquo; di Catanduva.<br />Don Albino fu un manager tutto proteso verso i fratelli, un sacerdote che non trascur&ograve; mai i suoi doveri pastorali. In tutta la sua vita ebbe come obiettivo:&nbsp;<b>morire povero, senza debiti e senza peccati</b>.