I Canti di Leopardi rappresentano una delle vette massime raggiunte dalla poesia in senso assoluto e probabilmente l&#39;acme irripetibile della nostra produzione poetica. Composte tra il 1818 e il 1836, le poesie racchiuse in questa preziosa raccolta appartengono a tre diverse fasi della vita dell&#39;autore e ne segnano, per cos&igrave; dire, il percorso esistenziale dalla natia Recanati alla Firenze dell&#39;amata Fanny Targioni Tozzetti. In questi componimenti rintracciamo la sua visione della vita nel senso pi&ugrave; alto e filosofico del termine, ma anche le sue vicissitudini personali (come, ad esempio, in A Silvia). La potenza dei versi de L&#39;Infinito (&ldquo;e mi sovvien l&#39;eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei&rdquo;) risuonano accanto a quelli che, ne Il sabato del villaggio, scandiscono l&#39;ansia frenetica e giovanile per il giorno pi&ugrave; atteso della settimana. Alla fine per&ograve; il cosiddetto pessimismo cosmico leopardiano trova una possibile via di uscita ne La ginestra o Il fiore del deserto, la pianta che riesce a nascere e vivere anche nella dura e avversa pietra lavica.<br /><br /><br />Giacomo Leopardi nasce a Recanati, all&#39;epoca appartenente allo Stato Pontificio, il 29 giugno 1798. Primo di dieci figli e di nobili origini riceve, grazie alla ricchissima biblioteca familiare e ai suoi precettori, un&#39;ottima educazione classica e filosofica. Gi&agrave; cagionevole di salute e di costituzione mal ferma finisce, con uno studio da lui stesso definito matto e disperatissimo, a compromettere per sempre le sue condizioni di vita. Oppresso dall&#39;autorit&agrave; paterna e soprattutto materna cerca presto di lasciare il natio borgo selvaggio al fine di conoscere e farsi conoscere. Viaggia molto (Roma, Milano, Bologna, Firenze, Pisa) e ama altrettanto senza per&ograve; essere corrisposto e trova, infine, nella fraterna e profonda amicizia con il giovane esule napoletano Antonio Ranieri un porto sicuro dove beneficiare di conforto e sostegno. Tra le opere pi&ugrave; importanti ricordiamo qui le Operette morali e lo Zibaldone. Muore a Napoli il 14 giugno 1837. Nel 2014 Mario Martone ha portato sul grande schermo la vita dell&#39;immortale poeta nel film Il giovane favoloso.