La nostra citt&agrave;, Torino, fa ancora una volta da sfondo ad una inchiesta dell&rsquo;ineffabile Antoine, come sempre coadiuvato dalla sua segretaria Ada, anzi&hellip; a due inchieste contemporaneamente, molto diverse tra di loro.<br />Entrambi i binari investigativi ripercorrono all&rsquo;indietro la nostra storia, l&rsquo;una fino alla seconda guerra mondiale e l&rsquo;altra addirittura fino alla fine del XIX secolo e l&rsquo;inizio del XX.<br />Come in ogni giallo che si rispetti ci sono dei morti ammazzati e donne pi&ugrave; o meno fatali, almeno in una della due inchieste, che l&rsquo;altra &egrave; molto meno truce ma se possibile ancora pi&ugrave; gialla della prima e non meno misteriosa.<br />La ricerca dell&rsquo;autore di un brutto assassinio porta il nostro Antoine a fare i conti in qualche modo con il suo stesso passato, con avvenimenti che egli stesso ha vissuto in prima persona e con tematiche che conosce molto bene e che ora, viste con il cannocchiale della Storia, assumono anche per lui una prospettiva diversa, nuova, dolorosa a tratti.<br />Il morto ammazzato &egrave; un compagno della prima ora, uno di quelli con i quali lui stesso ha bazzicato per molti anni e che stanno dalla parte della barricata che &egrave; la sua stessa parte, se possibile ancora in questo mondo stravolto dove le ideologie sembrano scomparse e assistiamo al trionfo del banale, dell&rsquo;effimero e del post. L&#39;inchiesta piomba a tratti fin dentro alla seconda guerra mondiale a rivedere alcuni avvenimenti storici sotto una nuova luce e a scoprire verit&agrave; storiche nascoste e vicende personali banali ed eroiche allo stesso tempo. Non la banalit&agrave; del male tout court, per parafrasare la famosa scrittrice, ma la banalit&agrave; atroce della guerra, di una delle infinite guerre che l&rsquo;umanit&agrave; ha ingaggiato contro se stessa forse per un sotterraneo e inconsapevole desiderio di autodistruzione.<br />L&rsquo;altra inchiesta, molto meno truce ma non meno gialla, come gi&agrave; ho detto, e non meno coinvolgente, lo porta ad indagare sull&rsquo;origine vera di un dolcetto piemontese, un dolcetto giallo di mais che &egrave; esistito nel XIX secolo e poi &egrave; scomparso, e poi &egrave; esistito di nuovo e di &egrave; nuovo scomparso, o per meglio dire che scompare, a tratti, preso prigioniero da qualcuno e da questi messo in semilibert&agrave; a scadenza.<br />Le due inchieste del nostro Antoine si sfiorano ma non si incontrano, non si intrecciano, trovano giustificazione solo da una casuale concomitanza temporale di committenze, come vedrete.