&quot;L&rsquo;attenta indagine, condotta sugli scritti storico-politici giovanili di Antonio Rosmini, ci ha permesso di comprendere che l&rsquo;anno di svolta cruciale per la sua vicenda esistenziale e culturale &egrave; stato il 1826, quando il nostro autore, abbandonata la sua amata Rovereto, &egrave; approdato a Milano, conosce e frequenta Alessandro Manzoni, legandosi al grande scrittore in forte amicizia, allargando e approfondendo cos&igrave; notevolmente i propri orizzonti culturali in contatto col vivace ambiente milanese.<br />L&rsquo;analisi dei numerosi testi, anche se spesso frammentari e in qualche misura &ldquo;provvisori&rdquo;, composti da Rosmini nei fecondi anni giovanili a Rovereto, pone in evidenza quale importanza abbia rivestito per il filosofo trentino, poco pi&ugrave; che ventenne, la riflessione di carattere storico-politico. Dei lavori giovanili queste pagine possiedono contemporaneamente la vastit&agrave; di orizzonti e l&rsquo;acerbit&agrave;, in una visione prospettica di ricostruzione di insieme della politica e della stessa storia, basata su un progetto di tipo enciclopedico, che il Rosmini della maturit&agrave; ridimensioner&agrave; in buona parte. Inoltre le sue pagine del periodo di Rovereto risentono di un certo &ldquo;patrimonialismo&rdquo; di fondo, che sar&agrave; superato solo a fatica; esse ci danno una visione della propriet&agrave; privata che il Rosmini maturo in parte ripudier&agrave;. Queste opere giovanili poi non pongono al centro del discorso il ruolo della persona nella vita comunitaria e civile, il peso e il valore del suo personalismo, che diverr&agrave; nella maturit&agrave; il tratto pi&ugrave; originale e innovativo della sua visione storico-politica.&quot; Da l&#39;articolo <b>Storia e politica negli scritti giovanili di Antonio Rosmini</b>