A partire dall&rsquo;antichit&agrave; l&rsquo;uomo ha periodicamente documentato il dilagare di epidemie e pandemie, raccontando al tempo stesso una delle sue paure pi&ugrave; recondite: il contagio. Eppure quest&rsquo;ultimo ha assunto configurazioni e significati differenti in base al contesto storico-sociale e alle scoperte medico-scientifiche dell&rsquo;epoca.<br />Basti pensare alle credenze del mondo antico sull&rsquo;origine soprannaturale delle epidemie, che spesso si riteneva fossero provocate da offese commesse dagli uomini contro le divinit&agrave;. La dichiarazione dell&rsquo;Organizzazione Mondiale della Sanit&agrave; sullo stato di pandemia da COVID-19 dell&rsquo;11 marzo 2020 ha attivato effetti collettivi ancestrali, che la letteratura mostra in modo assai chiaro. Infatti le malattie infettive e il timore dell&rsquo;essere contagiati non solo hanno sempre occupato un ruolo preminente a livello narrativo, ma rappresentano altres&igrave; forme archetipiche dalle molteplici sfumature.