Una decarbonizzazione rapida e profonda in tutto il mondo &egrave; lo scenario elaborato dalla IEA (<i>International Energy Agency</i>) per riuscire a contenere l&rsquo;aumento delle temperature medie nel modo pi&ugrave; rapido possibile, e prevede l&rsquo;impiego massiccio delle tecnologie conosciute come <b><i>green</i></b>: pannelli fotovoltaici, impianti eolici, sistemi di accumulo e mobilit&agrave; elettrica.&nbsp;<br /><br />La costruzione di questi dispositivi richieder&agrave; enormi quantit&agrave; di risorse <b><i>non rinnovabili</i></b>. Per sostenere la richiesta la World Bank stima che nei prossimi 25 anni sar&agrave; necessario estrarre 3,5 miliardi di tonnellate di metalli, una quantit&agrave; colossale: estrarremo pi&ugrave; rame nel prossimo quarto di secolo che in 5000 anni di storia dell&rsquo;umanit&agrave;. La carenza di efficaci tecnologie per il riciclo dei materiali provenienti dall&rsquo;obsolescenza dei dispositivi comporter&agrave; inoltre la produzione di enormi quantit&agrave; di rifiuti.<br /><br />L&rsquo;autore analizza gli impatti di simili obbiettivi su pi&ugrave; livelli. Dal punto di vista estrattivo realizza un percorso attraverso il Pianeta per descrivere gli impatti ambientali e sociali dell&rsquo;industria mineraria, dai boschi dell&rsquo;Alaska alla foresta andina ecuadoregna, dal deserto di Atacama all&rsquo;isola di Sulawesi, fino a prendere in considerazione l&rsquo;intenzione, gi&agrave; avanzata da pi&ugrave; parti, di sfruttamento minerario dei fondali oceanici. Descrive quindi le principali conseguenze legate all&rsquo;attivit&agrave; estrattiva: dal drenaggio acido, che contamina le risorse idriche, ai potenziali disastri legati alle dighe di sterili, come quelli avvenuti di recente in Brasile, alle diverse conseguenze dell&rsquo;estrattivismo sulle popolazioni locali.&nbsp;<br /><br />Ma in particolare <b><i>la verit&agrave; scomoda</i></b> &egrave; che la maggior parte dei metalli viene e verr&agrave; consumata dai cittadini di una manciata di nazioni ricche, mentre le conseguenze ambientali, sociali e culturali, ricadono e sempre pi&ugrave; ricadranno sulle popolazioni delle nazioni povere da cui vengono estratti.&nbsp;<br /><br />Completano l&rsquo;analisi considerazioni di carattere geopolitico, che evidenziano come queste materie prime critiche, fondamentali per centrare gli obbiettivi degli Accordi di Parigi sui cambiamenti climatici, comportino una dipendenza nelle forniture da Paesi in diretta competizione per i medesimi obiettivi, come la Cina, evidenziando come la dipendenza attuale dai combustibili fossili verr&agrave; sostituita da una dipendenza dalle materie prime.