!Non avrai altro Dio all&rsquo;infuori di me<br /><br />Quante volte, mossi dall&rsquo;ira o da profonda delusione, ci &egrave; capitato di lasciarci andare ad espressioni esagerate. &ldquo;Nessuno potr&agrave; mai amarti come ti avrei amato io&rdquo;, abbiamo detto a una donna rimasta non troppo colpita dai nostri sentimenti. Probabilmente lo credevamo veramente. Ci&ograve; non toglie che la nostra affermazione si riducesse a un bluff o gi&ugrave; di l&igrave;. Nulla sappiamo delle capacit&agrave; amatorie degli altri, e per quanto le nostre in quel momento ci siano apparse smisurate, in tanti saranno stati capaci di amarla pi&ugrave; e meglio di noi. Lo stesso si pu&ograve; dire del primo comandamento: un bluff o qualcosa di simile. Basta ricordare il momento in cui le Tavole della Legge vengono consegnate, per capirlo. Dio vede il suo popolo accingersi a preferirgli un vitello d&rsquo;oro, e quanto un episodio di questo tipo possa risultare traumatico mi pare evidente. Come una donna che viene lasciata dal suo uomo per una bambola gonfiabile. E Lui l&rsquo;aveva detto chiaramente di essere un Dio geloso. Ecco allora &ldquo;non avrai altro Dio all&rsquo;infuori di me&rdquo;. Grande la delusione, esagerata la risposta. Non che abbia voluto coscientemente condurre il suo popolo verso una falsa credenza, ma in quel momento gli sar&agrave; sembrato che Lui soltanto potesse essere il vero Dio di quella gente.<br />Ora, che Dio sia uno solo &egrave; idea alquanto balzana. L&rsquo;uomo &egrave; stato creato a sua immagine e somiglianza. Ma quale somiglianza ci sarebbe con un Dio condannato alla solitudine e che ignora cosa sia la socievolezza? Un Dio solitario avrebbe assegnato il titolo di animale principe del creato all&rsquo;orso o al rinoceronte nero. Se, invece, i destini del pianeta sono stati affidati all&rsquo;uomo, che con milioni di suoi simili ama riunirsi in confortevoli agglomerati, come Bombay o Mexico City, significa che anche Dio deve condividere quei valori di socialit&agrave;. &Egrave; legittimo supporre che la sua eternit&agrave; trascorra in una comunit&agrave; celeste, a stretto contatto con altre divinit&agrave;, e che con esse mantenga rapporti di scambio e proficua collaborazione. Possiamo immaginare una societ&agrave; di liberi imprenditori, ognuno dei quali si occupa della contabilit&agrave; delle proprie anime, sistemandole secondo lo statuto dell&rsquo;impresa. Ugualmente logico supporre che in tale comunit&agrave; possano di tanto in tanto intervenire diversit&agrave; di vedute o piccole diatribe, episodi che spiegherebbero di maniera pi&ugrave; plausibile quelle guerre di religione che noi vediamo in questo mondo, e che altrimenti non avrebbero alcun senso.&quot;<br /><br />Pubblicato nel 2003, il libro &egrave; un&#39;originale rilettura dei dieci comandamenti della religione cristiana:<br />Avrai tutti gli dei che vuoi; Non nominare il nome di Dio, e basta!; Ricorda che santa &egrave; la festa; Perdona il padre e la madre; Non ammazzare invano; Non commettere atti impuri; Non dire falsa testimonianza?; Desidera liberamente anche la donna d&rsquo;altri; Non rubare tutto.