Nella silloge di Giovanni Quadrozzi la poesia si converte in emozioni; sulla scia dell&rsquo;immediatezza e del fascino dei messaggi trasmessi, il lettore non pu&ograve; fare a meno di lasciarsi trascinare.&nbsp;<br />In un felice connubio tra la manifestazione artistica e l&rsquo;espressione del cuore, le immagini costruite dalle parole hanno una resa dal forte impatto, come se prendessero vita da un dipinto. Emergono tra il mistero e la ricercatezza, si plasmano nelle metafore che arricchiscono e sublimano i concetti attribuendo a ogni vocabolo prescelto un significato potente.&nbsp;<br />Le rarefatte realt&agrave; tratteggiate dai versi suscitano un coinvolgimento che, in piena connessione con la natura colta nelle sue molteplici sfumature, coinvolge tutti i sensi: dalla vista al tatto, dagli odori ai suoni e cos&igrave; via. I colori tingono gli stati d&rsquo;animo rappresentati, mentre i ricordi affiorano e si caricano di sensazioni e sentimenti.<br /><br /><b>Giovanni Quadrozzi </b>(Alatri 1946), laureato in Filologia Classica nel 1969, diventa nel 1972 insegnante di ruolo nei Licei e si dedica a numerosi studi critici su autori moderni e classici. Vince nel 1975 il &ldquo;Premio Campidoglio&rdquo;, per la poesia, della quale continua sempre a interessarsi, collaborando con varie riviste. Nel 1998 consegue la laurea in Teologia presso la Pontificia Universit&agrave; Gregoriana. Si impegna costantemente nel &ldquo;Teatro Scuola&rdquo;, facendo ottenere molteplici premi e riconoscimenti.<br />