Su un palcoscenico scarno, aspro non-luogo rappresentazione del limite estremo della capacit&agrave; di comprensione umana, avviene l&rsquo;incontro di due personaggi dai connotati titanici.<br />Un misterioso Custode vigila sulla soglia della dimensione insondabile in cui il passato storico si va a perdere, divenendo oblio: segreti paurosi sono celati appena al di l&agrave; di un drappo. Su di lui, abbandonato in un compito inestinguibile e intollerabilmente impossibile da razionalizzare, aleggiano i tremendi fantasmi di verit&agrave; troppo grandi per essere vedute. Egli trova la nota fondante dell&rsquo;uomo l&igrave; dove crudelt&agrave; e libidine si fondono: suo vate &egrave; il Marchese de Sade.<br />Il Custode si trova ad affrontare una Donna, che ha prestato la propria fibra di persona umana alla ricerca della verit&agrave; sulla violenza che ha deturpato la storia del suo genere. La Donna esibisce su di s&eacute; e in s&eacute; la storicit&agrave; di esso, le tracce dello strazio subito da tutte le donne di ogni epoca e luogo. Ci&ograve; che cerca non &egrave; vendicarsi, ma prestare soccorso a ci&ograve; che di pi&ugrave; grave la violenza ha inferto, che non sono ferite psichiche o corporali, ma la perdita del primo segno fondamentale dell&rsquo;umano: l&rsquo;identit&agrave;. La dimenticanza di essa &egrave; il perfetto suggello che il passato pone sul male.<br />&Egrave; un contatto di alienazioni, un dialogo di assoluti megalitici e drammatici quello che l&rsquo;autore dispiega nelle pagine di Il ritorno. Confort woman, opera complessa e spietata, che utilizza con propriet&agrave; una pregiata impostazione teatrale che proietta il lettore l&igrave;, appena un passo fuori dal palco, ad appena un passo dalle proprie responsabilit&agrave;.