&quot;<b>MACERIE D&rsquo;IGNOTO</b>&quot; &egrave; il titolo di questa ultimata raccolta di <i>poesie</i> che tenta di evocare l&#39;immagine suggestiva, poetica, di un&#39;incontro.<br />La trama del titolo per come &egrave; stata <i>intessuta</i>, fa convergere due sensazioni tattili, due stati della materia, l&#39;inorganico ed il moto. <i>L&rsquo;ignoto</i> irrompe nella seconda parte del titolo, frantumando e masticando <i>macerie</i>; Esso <i>simboleggia</i> la paura, il sublime e tuona come un fulmine in estate, raccogliendo lampi, illuminazioni, come fa il poeta quando &egrave; posseduto dalla sua <i>violenta ispirazione</i>.<br />Le parole che troviamo qui, tra queste pagine, assumono la <i>forma </i>dell&#39;evocazione; Nella <i>sostanza</i> sono i pezzetti, i frammenti, i resti ed appunto le macerie, di quello che si tenta di narrare mediante questi utensili. Racconti o ricordi di <i>esistenza</i>, perlomeno di una singola esistenza, quella del poeta che le riceve e che dunque le trasmette.&nbsp;&nbsp;<br /><i>Macerie d&rsquo;ignoto </i>allora, non pu&ograve; altro che essere un tentativo di <i>cristallizzare</i> il flusso dell&#39;esistenza che persiste nello <i>scorrere</i>, che schizza dalle mani e che rende vacuo ogni tentativo di imprimere, fotografare, di prendere coscienza di essere, in questo istante, vivi.