Un anziano signore si ritira in una abbazia. Il suo nome &egrave; William Walsh.<br />Trascorre le sue giornate passeggiando alle prime luci dell&rsquo;alba, sbrigando quelle poche commissioni che l&rsquo;et&agrave; e la forza rimasta gli permettono e soprattutto scrive. Nel silenzio della sera riversa su carta la storia che ha vissuto lasciando che anche le persone che pi&ugrave; gli sono state care in vita prendano voce tramite i suoi ricordi.<br />Le prime notizie di s&eacute;, che William riporta nel diario polifonico, sono che sua madre &egrave; morta da due anni e che il padre &egrave; stato accoltellato tanto tempo prima nei pressi del porto di Liverpool. La sua vita scorre monotona tra la biblioteca dove lavora e la casa di cura dell&rsquo;Abbazia dove spinge la carrozzina a Eddie Smith, un uomo cinquantasettenne con il quale stringer&agrave; una forte amicizia. Lo sorreggono in questo suo percorso asfittico la fede e le sedute psicoanalitiche.<br />Una notte, dopo una rimpatriata fra vecchi compagni di liceo, per un attimo prova l&rsquo;impulso di buttarsi da un ponte e farla finita, quando incontra un senzatetto che gli dona un ciondolo magico. In un lampo, William diventa il calciatore pi&ugrave; forte di tutti i tempi. Una sorta di George Best: donne, alcool e macchine veloci. Come calciatore sar&agrave; ancora pi&ugrave; forte. C&rsquo;&egrave; solo un problema, William non &egrave; George e scoprir&agrave; presto cosa gli manca davvero: l&rsquo;unica donna di cui era innamorato dalle superiori e l&rsquo;amicizia di un paraplegico. Insomma, la storia di William Walsh &egrave; la storia su quel che rimane, una volta (dopo) aver avuto tutto.<br />Un romanzo sorprendente, generoso e intrigante.