La scrittura &egrave; per me terapia nelle avversit&agrave;, sfogo di una fantasia troppo vivace, strumento per esercitare una salvifica ironia mista a un pizzico di cinismo, che germina in una vecchiaia disincantata. Ma soprattutto la scrittura &egrave; per me un divertimento: non ho messaggi profondi da comunicare, perch&eacute; non prendo mai troppo sul serio n&eacute; me stessa n&eacute; gli altri.<br /><br />Graziella ha il dono di una prosa fluida e incisiva e un rara capacit&agrave; di mutare e adattare registro stilistico e linguistico secondo i temi trattati. Passa con disinvoltura dallo stile epico omerico e nibelungico alle leziosit&agrave; dei romanzi rosa alla Liala al registro comico- realistico che ricorda in parte le novelle del <i>Decameron </i>del Boccaccio. &Egrave; dotata di fine e acuta ironia, con cui smorza i toni troppo drammatici o romantici e narra le vicende con uno sguardo in apparenza distaccato e disincantato, ma in realt&agrave; immerso nei pi&ugrave; disparati aspetti della &ldquo;commedia umana&rdquo;. Spesso tale ironia diventa sano umorismo e comicit&agrave;. I dialoghi sono sempre essenziali e i personaggi &ldquo;parlano&rdquo; realmente, coinvolti nella vicenda, mai in modo oratorio, per farsi ascoltare dal lettore.<br />(Dall&rsquo;<i>Introduzione</i>)