Appartenere a sé stessiAnatomia della terza persona. E-book. Formato PDF - 9788899193485
di Guy Le Gaufey
edito da POLIMNIA DIGITAL EDITIONS , 2018
Formato: PDF - Protezione: nessuna
Definito da Lacan un <i>rebut de la société</i>, lo psicanalista può esistere solo nell’indeterminatezza, senza poter occupare un posto, assumere un ruolo, avere una funzione o una missione sociale definita: tutte quelle prerogative, insomma, che contraddistinguono – in primo luogo giuridicamente – una professione. Nella misura in cui l’analista legittima il suo atto attraverso l’autorizzazione di un terzo e si qualifica, si priva di quella sua preziosa <i>duplicità</i> che Guy Le Gaufey pone a fondamento del transfert, e che ritroviamo in formule quali: «<i>La situazione analitica non tollera terzi</i>» (Freud) o: «<i>L’analista non si autorizza che da sé stesso</i>» (Lacan). Basta infatti che egli dichiari la finalità del proprio atto, basta che si prefigga un qualunque ben determinato scopo, o lo condivida con l’analizzante – fossero pure la cura e la guarigione – perché il transfert, da «messa in atto della realtà dell’inconscio», lasci il posto a un’altra realtà: terapeutica, pedagogica, educativa, morale..., o “semplicemente” alla realtà “tout court” a cui ricondurre il “paziente” che l’avrebbe smarrita.<br />Ma vivere «ai confini delle terre giuridicamente accatastabili», non è forse anche la condizione imprescindibile di chiunque non voglia rinunciare a appartenere a sé stesso? L’inconscio può vivere solo ai confini del diritto, delle istituzioni e delle regole che danno ordine alla società, in una dimensione indefinita e non bene individuata. Se il diritto avanzasse delle pretese sull’inconscio a qualsiasi titolo, ci troveremmo di fronte al peggiore dei totalitarismi: fare dell’inconscio un “oggetto” di regolamentazione, una materia da normare. Ne conseguirebbe un’appartenenza <i>senza limiti </i>dell’individuo allo Stato, inclusa quella parte di sé stesso che egli non conosce, su cui la sua coscienza non ha giurisdizione, quel “resto” che sfugge a ogni logica della rappresentazione e di cui non si può essere privati senza perdere la propria singolarità.<br />Attraverso un’indagine storica che partendo dalla grande opera di Kantorowicz <i>I due corpi del re</i>, suffragata dai drammi storici di Shakespeare, passa per il <i>Leviatano</i> di Hobbes e per le funamboliche vicende di quel “magnetismo animale” di Mesmer, che confluirà nella Rivoluzione francese, per approdare alle forze oscure che agiscono nell’ipnosi e infine alla nozione di transfert elaborata da Freud e Lacan, questo libro si interroga con passione e rigore sul problema di sempre: <i>l’appartenere a sé stessi</i>.<br /><br />Guy Le Gaufey (1946) pratica la psicanalisi a Parigi. Co-fondatore della rivista <i>Littoral</i>, già membro dell’ École Freudienne de Paris fondata e diretta da Jacques Lacan, è stato direttore dell’École Lacanienne de Psychanalyse (E.L.P.), di cui oggi è membro. Dei suoi numerosi libri, tutti pubblicati presso E.P.E.L., <i>Anatomie de la troisième personne</i> (1998) è il primo tradotto in italiano. Appassionato traduttore, ricordiamo le traduzioni dall’inglese di <i>La vie avec un trou dedans </i>e di <i>Une fille en hiver</i> di Philip Larkin (entrambi presso Thierry Marchaisse Éditions, 2011).
Ean
9788899193485
Titolo
Appartenere a sé stessiAnatomia della terza persona. E-book. Formato PDF
Autore
Editore
Data Pubblicazione
2018
Formato
PDF
Protezione
nessuna
Punti Accumulabili