Con questo volume l'Istat offre una lettura completa e integrata dei vari aspetti della salute riproduttiva: contraccezione, gravidanza, parto, allattamento, abortività, mortalità infantile e materna. Il tutto inserito in un contesto demografico che pone l'Italia tra i Paesi più vecchi al mondo e caratterizzato dall'incremento della presenza femminile straniera negli ultimi venti anni.
La già bassa fecondità italiana continua il suo percorso cui contribuisce in maniera sempre più marcata una posticipazione delle scelte riproduttive. L'opportunità di poter regolare la propria fecondità, anche attraverso l'uso di contraccezione, viene illustrata grazie all'ultima indagine Istat sulle "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari".
Si trattano la gravidanza, la nascita e l'allattamento quali percorsi complessi che presentano effetti su molteplici aspetti della vita quotidiana: il percorso assistenziale, gli stili di vita, il mondo del lavoro.
Vengono inoltre analizzati gli esiti negativi della gravidanza (le interruzioni volontarie, gli aborti spontanei e i nati morti) sui quali si manifesta più marcatamente l'impatto del posticipo delle scelte riproduttive.
Si evidenzia che, nonostante i bassi livelli di mortalità infantile (grazie al miglioramento degli screening e delle diagnosi prenatali) e di mortalità materna (grazie a un adeguato monitoraggio delle donne in gravidanza), esistono ancora margini di riduzione su cui lavorare.
La già bassa fecondità italiana continua il suo percorso cui contribuisce in maniera sempre più marcata una posticipazione delle scelte riproduttive. L'opportunità di poter regolare la propria fecondità, anche attraverso l'uso di contraccezione, viene illustrata grazie all'ultima indagine Istat sulle "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari".
Si trattano la gravidanza, la nascita e l'allattamento quali percorsi complessi che presentano effetti su molteplici aspetti della vita quotidiana: il percorso assistenziale, gli stili di vita, il mondo del lavoro.
Vengono inoltre analizzati gli esiti negativi della gravidanza (le interruzioni volontarie, gli aborti spontanei e i nati morti) sui quali si manifesta più marcatamente l'impatto del posticipo delle scelte riproduttive.
Si evidenzia che, nonostante i bassi livelli di mortalità infantile (grazie al miglioramento degli screening e delle diagnosi prenatali) e di mortalità materna (grazie a un adeguato monitoraggio delle donne in gravidanza), esistono ancora margini di riduzione su cui lavorare.