Italo Pizzi (Parma 1849 - Torino 1920) &egrave; stato uno dei maggiori orientalisti italiani di ogni tempo. Docente di Persiano e di Filologia indo-iranica all&rsquo;Universit&agrave; di Torino e vice bibliotecario della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, tradusse e pubblic&ograve; tra il 1886 e il 1888 la versione integrale in versi dello <i>Shahname</i>, il &ldquo;Libro dei Re&rdquo; di Ferdowsi. Esegu&igrave; inoltre varie traduzioni dal Sanscrito, dal Siriaco, dall&rsquo;Arabo, dal Tedesco medioevale e dal Greco. Profondo conoscitore della letteratura e della poetica iranica, ci ha lasciato numerose opere, tra cui un <i>Manuale della lingua Persiana</i> (1883), una <i>Storia della poesia persiana</i> in due volumi (1894), una <i>Grammatica elementare della lingua Sanscrita</i> (1896) e un libro autobiografico, <i>Memorie d&rsquo;un letterato che non fu ciarlatano</i>, pubblicato postumo nel 1922 sotto lo pseudonimo di Italo da Parma.<br /><i>Dante e Firdusi</i>, una prolusione che Italo Pizzi tenne il 16 Novembre del 1908 ad un corso di lingue e letterature orientali presso la Regia Universit&agrave; di Torino, costituisce una straordinaria comparazione tra la figura e le opere di due indiscussi giganti della letteratura medioevale: Dante Alighieri, grande iniziato e padre della lingua Italiana, e Hakim Abu l-Qasim Ferdowsi (noto in Occidente anche come Firdusi), il maggior poeta epico della letteratura persiana, vissuto a cavallo tra il X&deg; e l&rsquo;XI&deg; secolo. Uno straordinario viaggio nella dimensione umana, spirituale e letteraria di due personaggi che ebbero in comune molto pi&ugrave; di quanto si possa immaginare.