Psicoanalisi, sogni mai realizzati che rischiano di tramutarsi in incubi notturni, incapacit&agrave; di affrontare la vita: queste le linee guida lungo le quali si snoda la trama di Una burla riuscita, un breve scritto pubblicato da Svevo nel 1926. Mario Samigli, pseudonimo in passato gi&agrave; utilizzato dall&rsquo;autore sulle colonne de &ldquo;L&rsquo;Indipendente&rdquo;, non &egrave; altri che lo stesso Svevo. Samigli, impiegato sessantenne con velleit&agrave; artistiche, spera ancora di poter riuscire a raggiungere la notoriet&agrave; ed essere finalmente considerato un vero scrittore. L&rsquo;incapacit&agrave; di saper guardare in faccia la realt&agrave; lo rende vulnerabile e un bersaglio perfetto per lo scherzo, la burla del titolo, architettato a suo danno da un perfido collega di lavoro. L&rsquo;autoinganno misto all&rsquo;inettitudine sono le parole chiave che definiscono la personalit&agrave; del protagonista. L&rsquo;opera, pur se breve e considerata minore, appare invece importante e anticipatrice dei temi cari al grande Robert Musil, autore dell&rsquo;incompiuto e fondamentale L&rsquo;uomo senza qualit&agrave; (1930). Inseriamo inoltre un breve racconto Vino generoso. Il tema del titolo prende avvio da un matrimonio che, grazie al vino e alla sua carica rivelatoria, si trasforma ben presto in un&rsquo;esperienza onirica e incubosa.<br /><br /><br />Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz, nasce a Trieste il 19 dicembre 1861. Con romanzi come Una vita (1892), Senilit&agrave; (1898) e La coscienza di Zeno (1923), acquista una fama che tuttora accompagna il suo nome. Partendo da posizioni veriste e naturaliste egli ha il merito di introdurre, influenzato dalle nascenti teorie relativistiche e freudiane, per primo in Italia il romanzo psicologico. Temi quali la malattia, la scrittura come mezzo di salvezza e l&rsquo;inettitudine dell&rsquo;uomo contemporaneo connotano la sua poetica e lo rendono un autore atipico nel panorama letterario italiano e perci&ograve; ancora oggi degno di attenzione e studio. Muore a Motta di Livenza il 13 settembre 1928.