<b>Premio Josef &Scaron;kvoreck&yacute; 2013</b><br /><b>Premio Libro Ceco dell&rsquo;Anno 2013</b><br /><b>Nomination Magnesia Litera categoria Prosa&nbsp;2013</b><br /><br />Per anni una famiglia praghese riceve dei pacchetti di piccoli doni, dolciumi, orsetti gommosi. Li manda Klara Rissmann dalla Germania Ovest, e li manda al figlio, da cui si &egrave; separata poco dopo la sua nascita, alla fine della guerra. Konrad infatti &egrave; cresciuto con un&rsquo;altra donna, Hedvika, che fino all&rsquo;et&agrave; adulta ha creduto essere la sua vera madre. Dopo la morte dell&rsquo;uomo, sua figlia decide di rintracciare gli sconosciuti parenti tedeschi, alla ricerca della verit&agrave; su quel trauma famigliare originario. Con lei ripercorreremo tutta la vita di Klara, immersa nel flusso spesso tragico della storia tedesca ed europea del Novecento.<br />Jakuba Katalpa riesce con&nbsp;<i>I tedeschi</i>&nbsp;nella non facile impresa di essere originale in una materia su cui &egrave; stato scritto molto. Da un lato, il punto di vista &egrave; quello dei &ldquo;&thinsp;tedeschi&thinsp;&rdquo;: chi sono, cosa fanno, cosa pensano in quegli anni in cui da dominatori e degni nipoti dei Buddenbrook si ritrovano allo sbando, come individui e come popolo? Da un altro, i protagonisti che emergono con una forza plastica straordinaria dalla narrazione, scorrevole e cronachistica, sono figure epiche pi&ugrave; che storiche, di un&rsquo;epica famigliare in cui a tratti possiamo riconoscere quella di ogni famiglia, se pensiamo alle vicende dei nostri padri, nonni e bisnonni di quegli anni difficili.&nbsp;<br />Assistiamo cos&igrave; all&rsquo;incompleta ricostruzione di una &ldquo;&thinsp;geografia della perdita&thinsp;&rdquo;, come recita il sottotitolo. Tutti perdono qualcosa, e sembrano destinati a perdere, sono colpevoli e vittime nella complessa giostra della vita. Una perdita spesso legata alla maternit&agrave; &ndash;&nbsp;&nbsp;&egrave; un romanzo di donne e di madri: buone, cattive, mancate e defraudate &ndash; e alla memoria, che svanisce, perlopi&ugrave; senza rimedio, tra le cose non dette e la cattiva coscienza.