Una volta dentro ripresi fiato, appoggiandomi contro la porta per qualche momento. "Sono nella cabina," sussurrai all'auricolare. L'odore che c'era lì dentro era molto chiaro e mi tolse il respiro. Era forte, leggermente acido, aspro, con un tocco di disinfettante e profumo per pulizie. Con la luce fioca potevo vedere dispenser di fazzolettini, un grande cestino con un mucchio di fazzoletti all'interno, e un sedile di pelle con uno schermo in alto. A destra e a sinistra sulle pareti c'erano anelli di metallo all'altezza della vita.

"Brava," mi disse, "ci sono anche i buchi?"

"Credo che siano questi," dissi toccando uno dei cerchi e spingendo dentro. Era viscido e appiccicoso, e notai alcuni rigagnoli secchi proprio al di sotto e alcuni più freschi colare per il muro. Dentro c'era un'apertura che portava alla cabina adiacente. "Sì..." dissi seccata, iniziando a capire cosa sarebbe successo lì dentro.

"Molto bene," disse soddisfatta. "Ora servi tutti quelli che vengono fuori da lì."