<b>Un futuro governato da salamandre? (Edizione 2022)</b><br />Capek &egrave; stato un grande scrittore ceco e in patria tutti lo conoscono gi&agrave; prima di arrivare a scuola perch&eacute; ha scritto anche tante favole per bambini. In La guerra delle salamandre, pubblicato nel 1936, sono presenti tanti diversi stili: ci sono parti utopistiche (tutta la trama), tragiche (la terza parte fino al penultimo capitolo), storiche (Capek &egrave; stato ispirato dal vero Andrias Scheuchzeri il cui scheletro era all&#39;inizio considerato di un umano-testimone del dilluvio universale), filosofiche (l&#39;ultimo capitolo), scientifiche, giornalistiche (riflessi della politica cecoslovacca, europea e mondiale) e, nonostante la tematica, anche tantissime umoristiche. Quest&#39;opera &egrave; anche un&#39;analisi socio-politica con una visione ora utopistica ora distopica dell&#39;umanit&agrave;, &egrave; una metafora impietosa della disumanizzazione dell&#39;uomo: il quadro apocalittico descritto da Capek investe la negativit&agrave; di quegli aspetti umani, tra cui la convinzione della propria superiorit&agrave; morale e intellettuale, che si nasconde sotto falsi alibi utili soltanto a soddisfare la sete inestinguibile di potere e di ricchezza che storicamente - e tragicamente - ha troppo spesso caratterizzato la natura umana. Le salamandre rispecchiano il lato oscuro dell&#39;uomo: sono creature senza anima, intelligenti e meccaniche nel ragionare e nell&#39;agire. La loro sopravvivenza dipende dall&#39;uomo che le sfama e le sfrutta con fredda determinazione, fino a che la situazione si capovolger&agrave; e la specie umana si trover&agrave; a rischio d&#39;estinzione. Di fronte alla catastrofe annunciata, quale sar&agrave; l&rsquo;atteggiamento umano?