Negli ultimi decenni, progressivamente mutata la percezione del mercato e del rapporto tra intermediari e clienti, si è pervenuti all’introduzione di speciali normative a tutela dei risparmiatori e degli investitori. Ne è derivato, conseguentemente, il superamento della disciplina contrattuale codicistica, in parte divenuta obsoleta ed, in altra parte, ritenuta ormai inidonea a garantire adeguati livelli di protezione delle controparti deboli e ad assicurare la permanenza di un regime concorrenziale tra gli intermediari.
In tale mutato contesto una particolare rilevanza è andata assumendo la disciplina della trasparenza, nell’ambito della quale gli obblighi informativi e i doveri comportamentali imposti agli intermediari sono stati identificati quali strumenti privilegiati per perseguire il riequilibrio delle posizioni contrattuali e assicurare stabilità al mercato. Lungi dall’essere risolte, però, le criticità sottese all’asimmetrico atteggiarsi dei rapporti tra i paciscenti risultano tutt’ora sussistenti, giacché non può che rilevarsi come l’informazione non sempre consenta di rendere chiaro ciò che è oscuro e la trasparenza non può ottenersi attraverso una semplice imposizione.