Quasi venticinquemila persone di etnia rom e sinti vivono dentro baraccopoli, formali e informali, in tutta Italia. Le condizioni di vita all&rsquo;interno di questi insediamenti, soprattutto se informali, cio&egrave; non riconosciuti dalle istituzioni, sono spesso drammatiche: mancano acqua corrente, sistema fognario e corrente elettrica. Si tratta per lo pi&ugrave; di strutture di ricezione improvvisate e a carattere temporaneo, spesso simili a discariche. In questo contesto di degrado, in cui le relazioni umane e sociali con l&rsquo;ambiente circostante sono quasi pari a zero, anche la scolarizzazione dei minori &egrave; bassissima.<br />Non fa eccezione il campo rom ubicato in via Cimarosa, a Torre del Lago, Viareggio che la mattina del nove agosto 2016, in seguito a un provvedimento di sgombero voluto dall&rsquo;amministrazione comunale, &egrave; stato smantellato; senza che tutti gli occupanti del campo abbiano trovato adeguata ospitalit&agrave; in strutture alternative. A riflettori spenti, mentre le istituzioni auspicano sia il risanamento dell&rsquo;intera area sia un&rsquo;attenta vigilanza per evitare altre <i>pericolose</i> concentrazioni di rom, i volontari si impegnano per portare aiuto alle famiglie disperse sul territorio. Licio Lepore &egrave; uno di quei volontari.